mercoledì, dicembre 14, 2011

Natale 2011


Scadenza di medio termine
della voluttà del vivere,
confidenza di lingue
sciacquate con il Don Perignon
sotto un cielo che nevica se nevica
un Natale stereotipo sociale d’amore.
Prima del capodanno
la coscienza di sé affronta il Natale,
festa dei numerati bilanci
dell’esserci sul Pianeta
per l’umana avventura.
Sua Maestà il Caso, è Babbo Natale,
la Vita, nostra madre.
Babbo Natale: domandami se sono felice!
“E’ faticoso il vivere, ma mi piace“.
I musulmani hanno il Ramadam
per sapere cos’è lo spirito.
Buon Natale fratelli,
sorelle, Umani.
Uffa è rosso, Natale uffa.
Vorrei tagliare la gola ai ricchi,
Silvio escluso,
scrivere con il sangue buon Natale
sulle loro intelligenze,
spiegare la pertinenza dei miei accapo,
uffi è rosa,
liberare i carcerati e abitare un qualcos’altro,
fra mille anni;
e dire che c’era il Natale
un simpatico luccicante sorridere comunque,
sette miliardi di visi con guance da baciare
perché era Natale
e si faceva la fila per vivere
ballare, sciare, brindare.
Stella stellina che brilli lassù
ravviva il tuo lume che nasce Gesù.