domenica, gennaio 30, 2011

I' am I.D.I.O.T.A.





I. individuo
D. decisamente
I. incapace
O. ostinatamente
T. teatrale
A. assente.
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Why senza because, poesie.
Quel paio di righe prima della silloge è un po’ l'andazzo della rappresentazione del problematico mondo che il mio teatro del dire racconta.
Inizio con fantasia erotica, una pulsione con ghiaccio e cannuccia, baci inesistenti ma spirito divertito: eterosessuale non praticante, il che qui sul pianeta Terra fa molto scemo agli occhi del normotipo.Nel teatro del dire ci si relaziona con dei fantasmi,si è chiari e allegri, il senso è quasi sempre immediato, ci sono paradossi, provocazioni e qualche piacevole insolenza
Mai avuto famiglia, amici, i cari parenti hanno fatto quello che potevano col diverso.
L'uomo solo non esiste è un astrazione, che bisogna abitare.
Senza un sufficiente grado di socializzazione primaria e secondaria viene meno
quel sapere codificato delle convenzioni che ci abilita attivi nella norma, normotipi,
si è incapaci, incapienti e nel mio caso già da giovane presi atto d'esser i.d.i.o.t.a.
Un intelligente delibera:
Individuo. Decisamente. Incapace. Ostinatamente. Teatrale. Assente.
L’educazione artistica è ricreazione per vitalità passive sopite.
La creatività artistica trova spesso diffide : che sono sociali e\o intellettuali.

L’individuo entra a far parte della società assumendo un ruolo. Naturalmente, può rifiutarlo, non riconoscerlo, ma allora si espone al rischio di divenire asociale, un deviante. La società allora lo emargina e alla fine lo ostracizza. Chi rifiuta un ruolo,ogni ruolo, per liberarsi dalle maglie della società, non può contare su molte opzioni. L’artista e il criminale si pongono al di fuori dei ruoli della normalità quotidiana, ma ben presto hanno a che fare in prima persona con i rigori del controllo sociale.(Franco Ferrarotti)
L’Università non è un luogo di trasformazione; è, al contrario, un luogo di conservazione: si trasmette un sapere stabilizzato. Ecco perché non bisogna aspettarsi che l’Università contribuisca in forme rivoluzionarie alla trasformazione della società: essa funziona per conservare la società, per “difenderla”, per riprendere il titolo del seminario di Foucault. L’Università, è bene ricordarcelo, produce discorsi interni al sistema di potere nel quale essa esiste.
(Giancarlo Alfano)
Siccome la realtà è ambigua , ambivalente, l’ordinario è disciplinato nelle convenzioni sulle quali è configurata l’educazione del normotipo, l’ordinario è quel flusso di mezza realtà attivata che ci è data dalle convenzioni, l’artista fa rappresentazioni di questa realtà ambigua, ambivalente, esce come può dall’ordinario, e rimanda la propria visione del mondo, non superficiale, creativa, teorica, potenzialmente utile. La realtà è doppia, ambivalente , ambigua, l’ordinamento, la convenzione ne disattiva la metà per il richiamo all’ordine necessario all‘ordinario.
Questa realtà possibile, rende intellegibile, possibile un ambito sociale, l’arte ritorna dove l’astrazione, il mistero, sfumano degradano e li contempla .
Il poeta va inteso come un dialettico con una sintassi particolare, un teatro del dire,che pretende di aver qualcosa da dire e che parla all’infinito relativo, il lettore ne dovrebbe tener conto.
Ognuno di noi è un ente finito , l’insieme di noi , gli umani, sono un infinito relativo.

2 Comments:

Blogger www.dariopetrolati.it said...

amico troppo modesto
enrico tanto buono
enrico
io vorrei ma come saprai non posso
allora che faccio?
attendo un poco più in là
passato il tempo delle more
si fa per dire
appena si farà miglior tempo
verrò giù
e come se fosse ancora da festeggiare la tua vernissage
e la bella lettura dei tuoi versi
che Giuiliana farà
andremo a berci un CAFFE' .
Intanto ti prego accettare un abbraccio fraterno e non ti emozionare !!!
se ti ricordi allora lì pensami come se ci fossi davvero anche io.

AUGURI FRATERNI ENRICO-

dario-

6:30 AM  
Blogger enrico dignani said...

Grazie Dario,sei una persona bellissima.

8:23 AM  

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